da Alexandro7 » lun ago 17, 2020 12:34 pm
Buongiorno a tutti. Dopo due mesi sono nuovamente qua perché questo periodo è stato strano. Se da un lato gli effetti astinenziali prolungati di paroxetina sembrano essersi notevolmente abbattuti dall'altro il rivotril continua a darmi problemi. Sono andato da uno psichiatra del csm della mia città (mi avevate mandato in mail un nominativo di un altro medico ma non potendo più permettermi visite a pagamento a causa di lunga cassa integrazione per covid ho cercato nella mia zona). Il suddetto medico che ho trovato molto gentile mi ha ascoltato a lungo e non ha riscontrato in me segni depressivi o ansiogeni, cosa che mi ha fatto molto piacere visto che mi aspettavo potesse dirmi di assumere antidepressivi facendomi di nuovo riprecipitare nell'incubo. Ascoltando la mia storia ha capito come un nuovo antidepressivo paradossalmente mi butterebbe giù invece di aiutarmi(oltretutto dopo la paroxetina ne ho provate altre, di molecole, e direi che non me la sento più di essere una cavia). Abbiamo parlato dunque del rivotril e, come mi aspettavo, mi ha proposto di scalare una goccia a settimana. Gli ho espresso i miei dubbi per uno scalaggio così veloce e gli ho descritto l'agonia trascorsa nel recentissimo passato per togliere 10 gocce. Ha dunque provato dapprima a farmi passare al valium, passaggio che non ho retto. Le 5 gocce originarie di rivotril serale sono diventate 3, affiancate a 20 di valium. Ho avuto problemi di nausea e vomito , stitichezza e difficoltà a urinare, oltre che un peggioramento dell'umore. In luglio ho comunque effettuato accertamenti gastroenterologici visto che quando avevo abbassato le dosi di rivotril vomitavo spessissimo. Niente da segnalare con gastroscopia. Tutto nella norma. Vista la difficoltà nel passaggio a valium (quando parlai al dottore del manuale della dottoressa ashton lui disse che lo conosceva bene) dopo 3 settimane sono ritornato a 5 gocce serali di rivotril. Sto ancora cercando di stabilizzarmi e dimenticare il fallimento avuto con il valium. Il dottore ha detto di attendere ancora un po' e poi proveremo ad affrontare un nuovo percorso per liberarmi del rivotril, anche se credo (o meglio, lo ha accennato lui) che penserà di farmi togliere una goccia al mese e non più una la settimana. Gli ho accennato il discorso di usare una siringa per ridurlo gradualmente ma non si è dimostrato convinto. In effetti non ho nemmeno io la minima idea di come fare. Sì, avete scritto sopra di munirmi di una siringa con 50 tacche ma non saprei nè come preparare la soluzione nè quanto togliere ecc.
Insomma, se non esiste una vera guida passo passo per farlo non saprei proprio come fare.
Quindi o cerco una farmacia con laboratorio galenico che mi prepari compresse con dosaggi di cui non ho idea(il generico "riduci gradualmente" lascia un po' il tempo che trova se non si sa come e in che misura farlo, a che dosi, a quale percentuale) oppure dovrò fare la fatica immensa di togliere una goccia al mese (ho avuto altri consulti con altri medici online e ho parlato anche con il mio medico di base di questo problema e tutti, tutti, ancora un po' mi deridevano per le difficoltà che riscontro a sospendere la benzodiazepina. Tutti, psichiatri anche conosciuti, a dire "sono solo 5 gocce, se proprio vuole fare con calma ne tolga una ogni due settimane "). Ho anche chiesto informazioni in un centro di disintossicazione conosciuto ma hanno risposto che non mi accetterebbero visto il basso dosaggio di rivotril e, idem come sopra, hanno suggerito di togliere una goccia alla settimana. Dunque sono bloccato ancora qui. Se per caso vorrete comunicarmi dettagliatamente una procedura sicura sarò qui in ascolto. Mi procurerò la siringa e mi ci metterò di impegno. Altrimenti non dovrò far altro che correre il rischio togliendo una goccia ogni tanto oppure di arrendermi e restare agganciato al rivotril per sempre.
Vi ringrazio