Salve,
Sono Lanzosa, ho 29 anni e vi scrivo per capire se quello che sento da un pò di tempo a questa parte è causa della sospensione dei farmaci o se è una crisi eistenziale.
Nel 2006 dopo essermi trasferita fuori dalla mia città per via dell'università ho cominciato ad avere attacchi di panico e ansia, dopo un anno continuando a star male ho lasciato l'università e sono tornata a vivere nel mio paese, nonostante ciò, gli attacchi si sono ripresentati. Così, dopo un anno (lontano 2007),ho deciso di andare in terapia. Sono andata al Centro Igiene Mentale, dove ho conosciuto quella che tutt'ora è la mia psichiatra.
Mi ha prescritto Xanax gocce e Eutimil (1 compressa la mattina) che ho continuato a prendere senza darci molta importanza fino al 2013, nel corso di questi anni il dosaggio dello xanax variava da 5 a 10 gocce mattina, pomeriggio e sera in base al periodo. Non ho mai confidato nel farmaco per la mia guarigione, sapevo di dover lavorare su questioni personali e proprio per questo motivo mi sono affidata contemporaneamente ad uno psicoterapeuta, le medicine le prendevo perchè mi erano state prescritte.
L'anno scorso, di comune accordo con la mia psichiatra, ho deciso di sospendere la cura farmacologica e anche la psicoterapia perchè volevo farcela da sola.
Ad Ottobre ho cominciato a scalare, La prescrizione per la sospensione è stata:
- Eutimil metà compressa per 3 mesi, metà della metà compressa per altri 3 mesi, dopo la sospensione di Eutimil (Marzo 2014) 18 gocce di Dropaxin scalando due gocce una volta al mese;
- 5 gocce di Xanax, scalando una goccia ogni due settimane fino a sospensione totale (Aprile).
A Maggio ho cominciato ad avvertire senso di tristezza, apatia, ansia, avvertivo delle strane sensazioni, mi sentivo demotivata. Non avevo mai sentito parlare di "sindrome da sospensione antidepressivo" o "sintomi di astinenza da benzodiazepine", così attribuivo questa tristezza ad alcune situazioni personali in corso.
A giugno un attacco di panico e dopo continuando a star male sono andata dalla psichiatra, lei ha associato questi miei malesseri al cambio stagione a ad altre mie difficoltà (nel corso degli anni ho cominciato ad evitare di uscire fuori dal mio paese per paura di avere attacchi), sostenendo che con l'arrivo dell'estate mi stava venendo l'ansia per la paura di rimanere sola mentre gli altri si spostavano in vacanza. Così, ad inizio Luglio mi ha prescritto un'altra terapia:
- Dropaxin gocce, 30 il primo giorno, 35 il secondo per poi passare a 40
- Olanzapina Lilly 5mg la sera, mezza compressa la prima sera, 1 compressa dopo due giorni;
- Xanax, 5 gocce al bisogno.
L'olanzapina me l'ha prescritta per combattere la paura degli spostamenti dicendomi di provare per un mese e se non avesse funzionato saremmo passati ad Efexor. L'olanzapina non ha dato grandi risultati, ho trascorso l'estate con qualche chilo in più nel mio paese, senza spostarmi. Così a fine luglio decidiamo di modificare la terapia:
- Olanzapina 2,5gm una compressa la sera e dopo 15 giorni sospenderla (sospesa il 15 agosto);
- Dropaxin, 20 gocce al mattino;
- Xanax, 5 gocce al bisogno.
Verso la fine di Agosto ho cominciato a stare malissimo, ero profondamente triste, non trovavo un senso alle cose, mi sentivo sola, mi svegliavo durante la notte terrorizzata facendo fatica a riaddormentarmi,tremavo, tutto quello che mi circondava mi sembrava strano, le mie abitudini, la mia vita, ogni gesto o movimento mi portava a provare brutte emozioni. Qualsiasi gesto mi portava angoscia, svolgere i miei gesti quotidiani mi portava angoscia, anche il più scontato, come ad esempioa dovermi alzare a fare colazione, vestirmi, andare a lavoro, qualsiasi situazione mi riconduceva alle situazioni e sensazioni provate nei giorni precedenti. Non capivo cosa mi stesse succedendo e sempre ignara dei sintomi da sospensione, attribuivo i malesseri a questioni mie personali (la partenza di una persona importante e la rottura con un ragazzo). Decido di riprendere la psicoterapia con la psicoterapeuta che avevo lasciato un anno prima, prendo appuntamento anche con la psichiatra che vedendomi così scossa, ha attribuito tutto alle mie insoddisfazioni personali e quindi, ad inizio Settembre, nuova terapia:
- Xanax, 10 gocce al mattino, 10 a pranzo e 10 la sera;
- Dropaxin, 20 gocce al mattino per sette giorni e dopo sospendere;
- Olanzapina 2,5mg 2 compresse la sera.
Continuo a star male, stessa tristezza, insoddisfazione, ansia, ossessione di dover trovare assolutamente cosa mi fa stare così male, voglia di andare via, non voler vedere più gli stessi posti che mi facevano provare le brutte emozioni, comincio a fissarmi con il fatto che è il posto di lavoro in cui sto a farmi star male, comicniando a mandare curriculum ovunque, anche fuori la mia città, nonostante la mia paura di allontanarmi dal mio paese. La dottoressa mi propone di cambiare nuovamente la terapia e mi spinge ad affrontare le mie paura,nel frattempo mi propone d'interrompere la terapia attuale, proponendomi di modificarla.
Nel frattempo parlo con un'amica che in passato ha avuto i miei stessi problemi e ha risolto del tutto con diversi cicli di agopuntura. Comincio a prender in considerazione l'idea, ne parlo con la psichiatra che è d'accordo poichè il luogo in cui devo recarmi per l'agopuntura dista 38km da casa mia sarebbe anche un modo di affrontare la paura di allontanarmi dal mio paese.
Fisso un appuntamento con il dottore dell'agopuntura che mi prescrive una terapia con delle medicine omeopatiche di due mesi prima di poter cominciare l'agopuntura:
- Thuja 6 gocce, mattina, pomeriggio e sera;
- Kairos (principio attivo Iperico), 1 compressa dopo pranzo, 1 compressa dopo cena;
- Lowdep, 1 compressa
In attesa del nuovo incontro con la psichiatra, comincio a prendere in concomitanza con la terapia della psichiatra quella omeopatica dell'agopuntura, poichè il dottore dell'agopuntura mi assicura di poter continuare con l'una e con l'altra e soprattutto tiene a precisarmi che non devo assolutamente interrompere di botto la terapia farmacologica della psichiatra.
Incontro dopo una settimana la psichiatra che dopo aver letto il principio attivo del KAiros (iperico) m'impedisce assolutamente di assumere tutte e due le terapie insieme (quella farmacologica e quella omeopatica), poichè l'iperico può avere delle gravi interazioni con l'antidepressivo. Mi chiede così di diver prendere uan decisione tra quale delle due terapie voler portare avanti. Dopo giorni passati a martoriarmi il cervello per capire quale strada prendere, decido di continuare con quella omeopatica per poter fare l'agopuntura, la psichiatra mi dice che posso interrompere la sua terapia senza il bisogno di scalare, poichè le dosi erano piuttosto basse.
In tutto ciò, decido anche di affrontare le mie paure di allontanarmi da casa, per capire se l'angoscia provata fosse anche frutto di tnati anni di evitamenti, comicio così a spostarmi fuori dal mio paese per una caffè, una passeggiata con gli amici, trascorro anche un paio di giorni fuori a casa di un'amica distante 200km da casa mia, ma anche tutto questo non allevia la mia angoscia.
Nel frattempo, ricevo una proposta di lavoro fuori dal mio paese (38km), la decisione da prendere è piuttosto difficile e comincio ad avvertire, ansia, forte senso di angoscia, incapacità nel prendere una decisione, mi sono torturata il cervello fino a quando non sono riuscita ad ottenere una settimana di prova dal nuovo datore di lavoro e una settimana di pausa dal mio titolare. Trascorro i giorni di prova nell'angoscia di dover prendere la decisione giusta, telefonate continue alla psichiatra, alla piscoterapeuta. A fine settimana di prova decido di tornare al mio vecchio posto di lavoro, poichè il nuovo lavoro, nonostante mi piaccia comporta delle difficoltà.
Di ritorno al mio vecchio lavoro accuso angoscia, ansia, paura di dover andare a lavoro per l'angoscia che mi provoca, Comincia un nuovo e proprio calvario, incubi notturni, angoscia, paura, comincio a fissarmi sul fatto che la decisione che ho preso è quella sbagliata, non facevo altro che piangere, tremare, chiamare la psichiatra, la psicoterapeuta, ripetendo sempre "ho sbagliato, ho sbagliato", impazzita, sembravo ossessionata e impazzita, i giorni passavano e io non riuscivo a liberarmi dal pensiero del nuovo lavoro che avevo lasciato, anzi, più i giorni passavano, più ero ossessionata. Tutto questo a distanza di un mese dall'interruzione della terapia farmacologica che non assumevo più per via della terapia omeopatica. La psichiatra mi dice che mi stavo troppo ossessionando e dovevo tornare a prendere le medicine per calamarmi, ma io volevo provare con l'agopuntura, così decidiamo insieme di vedere gli effetti dell'agopuntura e nel caso non mi avessero aiutata sarei tornata alla terapia farmacologica. Il ciclo dell'agopuntura è durato 10 giorni e la situazione era sempre la stessa, così a fine ciclo la dottoressa mi dice che necessito della cura farmacologica perchè la questione del lavoro era diventata una vera ossessione e che lo stress subito mi aveva causato uno scombussolamento chimico, così torno da lei e nuova terapia (11 dicembre):
- Xanax 10 gocce al mattino, 10 dopo pranzo e 10 la sera;
- Efexor 37,5 gm , 1 compressa al mattino (mezz'ora dopo lo xanax) per cinque giorni e dopo passare a Efexor 75gm
Ho trascorso gli ultimi 7 mesi a cambiare terapia farmacologica di continuo e non ci ho capito niente, non ho capito se il mio star male fosse dovuto ad una mia crisi esistenziale personale o se sia stato causato della sospensione dei farmaci di maggio e poi si sia protratto tr i vari cambimenti continui dei farmaci fino ad oggi.
Riprendere la terapia farmacologica (dopo averla interrotta in questi ultimi due mesi) è per me come un fallimento, dopo 7 anni di farmaci, eccomi di nuovo qui a riprendere farmaci.Non riesco a smettere di chiedermi se ho fatto bene a ricominciare o meno, se fosse davvero il caso di "drogarmi di nuovo", mi chiedo se a questo punto sono destinata a prendere psicofarmaci a vita. Ho passato 2 mesi senza prendere il farmaco per via della cura omeopatica e mi chiedo Se il malessere provato in questi mesi, le sgradevoli emozioni provate siano state frutto della sospensione dei farmaci o se è stato il processo degli eventi a farmi stare così male. Sono confusa, penso di tutto, penso di aver sbagliato in tutti questi sette anni a prendere medicine senza preoccuparmi delle conseguenze. Ho paura che ormai il mio cervello sia abituato a queste sostane e senza non sia più in grado di autogestirsi. Sono passati 17 giorni dall'inizio di questa nuova terapia e i momenti no ci sono lo stesso, provo le stesse emozioni, angosce, pensieri e ossessioni, solo un pò più attenuate e controllabili.