Sertralina e sedazione: chiedo una mano

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Sertralina e sedazione: chiedo una mano

Messaggioda Fucine » mar gen 17, 2017 7:02 pm

Ciao a tutti,

ho 24 anni e scrivo qui perché finora non sono riuscito a farmi ascoltare da chi mi segue e vi chiedo un cortese aiuto. Premetto che mi dilungherò un bel po', ma lo faccio solo per cercare di spiegarmi al meglio; chiedo comunque scusa per lo spazio che mi prenderò.
La mia storia clinica è semplicissima: sono sempre stato "pulito" e prendo Sertralina 50mg da esattamente 3 mesi.

LA STORIA
Riassumo gli antefatti casomai dovessero essere utili: il mio problema, più che l'ansia, è stato da sempre un quadro depressivo: non sono mai stato vittima di episodi gravi, ma non c'è stato un prima e un dopo, sono così da quando ho memoria, fin da ragazzino; per usare una metafora, non sono mai stato del tutto sotto la linea di galleggiamento, ma riuscivo a tirare su la testa con scarso successo. Anche nel momento più pesante, a 18-19 anni, non ho mai accettato di prendere farmaci per orgoglio: non volevo accettare che cambiassero quello che ero. All'università mi sono impantanato quasi subito e ho deciso di andarmene; dopo varie vicissitudini (passando anche per il lavoro) sono andato in psicoterapia perché non sapevo che altro fare: mi sentivo in un vicolo cieco (questo circa 1 anno e 8 mesi fa). Con la terapia qualcosa mi sembrava migliorare, mi pareva di aver faticosamente trovato una via d'uscita. Sono così tornato in università, ma nel 2016 un rapporto turbolento e le situazioni dell'università mi hanno fatto rivivere le stesse cose che pensavo forse di essermi lasciato un minimo alle spalle, facendomi sentire così impotente: ce l'ho messa tutta, ho cambiato quello che potevo cambiare e ho sconvolto la mia vita senza risparmiarmi, ma non ho risolto niente. Ad un certo punto mi sono così reso conto che forse non dipendeva solo da me se le avevo provate tutte e non c'era stato niente da fare. Le avevo provate tutte tranne una: i farmaci. Così sono andato da una psichiatra consigliatami dal mio terapeuta su mia richiesta, la quale dopo avermi visitato mi ha prescritto Sertralina 50mg (2 settimane a 25mg per poi passare alla dose intera).

LA TERAPIA
Le prime 2 settimane di assestamento sono state davvero difficoltose: gli effetti collaterali sessuali si sono manifestati subito, subendo 2-3 attacchi d'ansia davvero di difficile gestione e sentendomi a tratti pesantemente imbambolato. Dopo pochi giorni dal passaggio alla dose intera, tuttavia, qualcosa si è sbloccato: il farmaco deve essere entrato a pieno regime e mi si è sciolto proprio qualcosa dentro, un blocco anche a livello fisico, al diaframma, come se i respiri andassero più profondi. "È così che si sentono le persone normali allora!" - ho pensato. Tutti i muri contro cui mi scontravo mi sembravano essere caduti e si stava una favola! Col passare dei giorni anche gli effetti collaterali sessuali si sono notevolmente ridotti, non so se per un decorso normale del farmaco o per il lavoro di contrasto che ho svolto io (faccio sport e curo la mia alimentazione, giuro che sono uno che combatte e che fa sempre il possibile!).

Ma qui cominciano i guai. Col progredire della terapia mi accorgo di far sempre più fatica a fare cose che per me prima erano abbastanza fattibili: fare il pendolare diventa sempre più faticoso e mi metto a studiare per conto mio in biblioteca; poi mi accorgo che pure alzarmi per andare in biblioteca mi sembra sempre più difficile e che passo un sacco di tempo a letto. Eppure non è una fatica fisica, perché le mie prestazioni fisiche (quando riesco a fare esercizio) non sembrano essere duramente colpite dalla terapia, il difficile è proprio alzarsi e cominciarlo... Così comincio a sentirmi sempre più rallentato, come lobotomizzato: non è spossatezza fisica, ma mi sento piuttosto come se il processore centrale avesse visto le proprie capacità ridursi e facesse dunque fatica a processare i vari compiti. E' come se avessero "starato" il cervello dal corpo e i segnali inviati dal primo arrivassero al secondo con difficoltà sempre maggiore. Mi sento come se fossi un golem di pietra: da dentro qualcuno prova a bussare alla parete ma fuori non accade nulla. Ovviamente la cosa ha fasi diverse, ma si acuisce in modo sempre maggiore più le azioni che devo compiere diventano articolate, cioè più richiedono input diversificati da parte della mia mente. Tutto questo si accompagna ad una generale mancanza di emozioni (a volte penso che se mi uccidessero la mamma non batterei ciglio; non mi commuovo, non rido, non piango, non ho né voglia di fare, né voglia di non fare, non sono né triste né felice, semplicemente sono come un computer spento) e ad una sensazione di istupidimento generale (i pensieri si inceppano e a volte sono talmente diradati che mi sembra di avere la testa vuota).

Ieri la cosa ha raggiunto nuove vette, ed è per questo che sto scrivendo qui. Ieri dovevo andare a Milano per incontrare un'amica: come ho già detto detto, per ragioni a me sconosciute più l'azione da compiere diventa articolata più il "processore" si affatica in modo orribile. Con questa persona cerco di fare del mio meglio per combattere il mio "rallentamento" ed essere di buona compagnia; ma dato tutto quello che ho detto, la sensazione è quella di aver fatto uno sforzo superiore alle mie possibilità e di dover pagare poi dazio. Tornando a casa ero molto imbambolato e a disagio, ma è una volta che metto piede in casa che mi rendo conto che la capacità della mia mente di far pervenire i suoi "l'input" è talmente debole che non riesco più a parlare. Mio padre mi saluta ma io non riesco a rispondere se non con un gesto. Cioè: la mia mente formula la frase, ma la bocca non la dice, come fosse troppo faticoso farlo.

Per quasi un'ora ho dovuto parlare ai miei (attoniti) genitori usando un blocchetto degli appunti e facendo gesti, perché non riuscivo a pronunciare una frase che fosse una. Nella mia mente continuavo a provare: "al mio 3 dico 'A'. 1... 2... 3", ma al 3 non riuscivo a dire niente, come fosse troppo faticoso. Non ero spaventato (come potevo, sotto 'sta Sertralina manco la fine del mondo mi toccherebbe più di tanto) e soprattutto non ero sorpreso; sentivo che riposando un po' e stando al coperto pian piano avrei potuto riprendermi. Infatti al caldo, seduto e dopo un piatto di pasta sono riuscito gradualmente a riprendere il controllo della situazione, dapprima dicendo qualche formuletta, poi qualche frase a metà per poi riprendere gradualmente a parlare fluidamente (potrà sembrare strano che riuscissi a scrivere, ma parlare per me è più impegnativo e complesso di scrivere, non so spiegare perché).

Non so più che fare. La situazione non è transitoria, perché 3 mesi pieni sono andati e il trend mi sembra piuttosto evidente, visto che il problema è andato in crescendo (all'inizio stavo bene e avevo solo i benefici). Capisco che la mia psichiatra sia perplessa, perché anche spulciando in rete cose di questo livello sembrano non risultare. Tuttavia basta googlare "sertraline" e "fatigue" per trovare miriadi di risultati, non sembra una cosa proprio così amena... Cosa dovrei fare? Ovviamente chiederò ad altri, ma non è facile spiegare la situazione... L'idea che ho è che almeno vorrei trovare un compromesso tra i benefici e questa sedazione che il farmaco mi mette addosso; so che non è comunque la soluzione, ma così semplicemente non ha senso, perché è insensato che stia meglio ma che non possa fare nulla. Anche se so che non è una soluzione, avrebbe senso diminuire? Solo che 50mg è il minimo terapeutico e la mia psichiatra non solo pensa che non avrebbe senso ridurre, ma che al massimo dovremmo aumentare (probabilmente pensa che non ho forze per la depressione e che aumentandomi il farmaco la cosa migliori, ma è il farmaco che per togliermi l'angoscia di fatto mi sta spegnendo... Ok che non stai più male, ma che vita è se si è costretti a letto fermi come una macchina parcheggiata che non deve andare da nessuna parte?).

Vorrei solo avere qualche riferimento per cercare di capire cosa devo fare, se qualcuno ha qualche esperienza vagamente simile, o anche solo qualche consiglio su come affrontare la situazione perché mi sento davvero un po' perso... Come ho detto sono uno che ce la mette tutta, ma è difficile capire in che direzione impegnarsi in questa situazione... Vi ringrazio in anticipo comunque.
Fucine
 
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Re: Sertralina e sedazione: chiedo una mano

Messaggioda admin » dom feb 05, 2017 7:41 pm

Tieni il dosaggio costante ancora per 3 mesi, poi si puo' valutare.
La stanchezza e anche l'apatia (totale mancanza di voglia di fare, appiattimento delle emozioni), sono effetti collaterali normalissimi. Spariscono da soli dopo alcuni mesi di trattamento.
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